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VIDEODROME \\ carne sul tuo schermo


“Gloria e vita alla nuova carne “ Omaggio ad un Horror d’autore. Videodrome nasce dal genio visionario di David Cronenberg nel 1983. È un film anomalo, raccapricciante, soggetto alle più disparate interpretazioni e scioccante come un’allucinazione, in cui il regista, mostrando il suo stile unico ed inconfondibile, ben si inserisce nel genere “Body horror” e “Snuff movie”, dove l’elemento psicologico è spesso e volentieri accompagnato da una metamorfosi corporale. In questo macabro scenario di fantascienza biologica, Cronenberg, ossessionato dall’idea di contaminazione e di mutamento del corpo, riprende le linee guida del movimento Cyberpunk ed in modo lucido e razionale fa una fusione dell’organico e dell’elettronico, mostrando una struttura televisiva che diventa materia e un corpo di carne che funziona come videoregistratore. Inoltre, non si risparmia in originalità e presenta quasi tutti i suoi protagonisti attraverso uno schermo televisivo, quasi a sottolineare l’importanza della realtà virtuale e sicuramente rappresenta un valido modello a cui si ispirerà il Matrix dei fratelli Wachowski. Videodrome è un film caratterizzato da atmosfere sinistre ed immagini forti, potenziate dagli effetti speciali di Rick Baker, anacronistici, avanguardistici e stupefacenti che fanno da cornice ad argomentazioni di notevole spessore, fornite a dimostrazione delle inquietanti ipotesi di Cronenberg. Erede di J.Carpenter e G.A. Romero il regista, rifacendosi rispettivamente ad “Essi Vivono” e “L’alba dei morti viventi”, tratta temi sensibili e degni di nota che rendono questo film un capolavoro ancora attuale. Infatti, la critica al consumismo, il timore per i media, il disprezzo per società di massa sempre più omologata ad una sorta di oblio cerebrale unito alla capacità di esprimere e tradurre visivamente angosce e paure dell’uomo moderno sono i punti cardine di questo cyberpunk. Protagonista del film è Max Renn, interpretato da James Wood, un comproprietario di una piccola rete televisiva: la CIVIC TV. Per sopravvivere, questa rete privata deve dare al pubblico quello che i grandi networks non possono offrire perché legati da vincoli morali e politici: sesso, violenza, sentimentalismo e sociologia spicciola. Proprio ricercando questo tipo di programmi, Max Renn si imbatte in Videodrome, un segnale video pirata che trasmette solo immagini di torture e violenze per poi scomparire dopo pochi secondi. Il protagonista ne rimane subito come ipnotizzato, interdetto, ma anche attratto fino a giungere alla completa dipendenza. In modo sensazionale, Max Renn ben si identifica, trent’anni dopo nell’uomo moderno, nel suo bisogno di evasione, nella mancanza di soddisfazione e nell’apatia sociale dove l’unico elemento in grado di restituire sensazioni e vitalità è rappresentato dal dolore. In tale contesto Cronenberg ricalca le teorie del sociologo canadese Marshall McLuhan secondo cui i media usati per provocare brividi ed eccitazione, causano una situazione emotiva generale che conduce ad una crescente esigenza di empatia e riscatto morale che inevitabilmente sfocia in un bagno di sangue. Videodrome oltre a creare dipendenza nello spettatore, a lungo andare causa anche allucinazioni nello stesso, fino a convincerlo di come la televisione possa essere più reale addirittura della realtà stessa. Il programma Videodrome si rivelerà poi essere un tentativo, da parte di una grossa multinazionale, di manipolare le masse attraverso la distorsione della percezione della realtà delle persone. L’immagine, infatti, fa presa sul consenso intimo dell’individuo di vedere convalidare su schermo i propri sogni e le proprie ossessioni. La mortificazione del corpo fa da preludio alla sottomissione elettronica della nuova carne. In parallelo alla critica dell’incapacità umana al controllo ed alla verifica delle immagini, Cronenberg attraverso una catarsi, che non è mai totale e scevra di inquietudini, offre all’uomo una possibilità di salvezza che si estrinseca mediante la formazione di una Nuova Carne (Renn deriverebbe appunto da Renaissance) e la ripresa di una visione critica della realtà, mediante la rottura della dipendenza dal virtuale. Il protagonista nel suo percorso evolutivo attraversa tre fasi sociali : nella prima è un soggetto influenzato dai media televisivi, poi diviene uno strumento oggetto di consumo impiegato da Videodrome, che capovolge l’immagine da un individuo inconsapevole ad uno spettatore sottomesso in balia dei media, infine si assiste alla rinascita di Max Renn che comprende il potere del videodrome, acquisisce la consapevolezza di ciò che vede e tenta di ribellarsi verso il sistema mediatico, sfociando in un delirante tentativo di bloccare l’avanzare del progetto Videodrome uccidendo i suoi creatori. Dopo gli omicidi Max fugge in una vecchia nave in disuso. In tale location, si ha il processo di metamorfosi finale dove nasce la nuova carne attraverso la soppressione della vecchia natura, non senza un retrogusto apocalittico che sottolinea come Videodrome in ogni caso è sempre presente ovunque si vada. Il messaggio finale che si esprime attraverso il sacrificio del protagonista è incerto e spinge lo spettatore a riflettere sulla propria condizione esistenziale. L’uomo moderno vive nell’illusione della libertà, costruita a tavolino, mentre nella realtà è soggiogato da nuovi capi del mondo, multinazionali spietate che pensano solo ai loro profitti ed interessi. La provocazione finale è indiscutibile : riuscirà l’uomo moderno a vivere in questo mondo assurdo dove la realtà sembra essere meno della televisione?

Nell'attesa, date un'occhiata al trailer!

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